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BISOGNA FARE PRESTO: Cosa aspetta la Regione Siciliana ad avviare un sostegno diretto alle imprese commerciali, artigianali, turistiche e dei servizi, attraverso contributi in conto capitale o crediti di esercizio da erogare con IRFIS e CRIAS?
In questi giorni si continua a sentire sempre di più parlare dell’emergenza economica e della necessità di immettere liquidità nelle casse delle imprese. La cosa che preoccupa maggiormente tutti gli operatori, sia a livello nazionale che regionale, è però continuare a sentire parlare di aumento del fondo di garanzia MCC per sostenere le linee di credito che le Banche dovrebbero concedere alle imprese.
Evidentemente non ci si vuole rendere conto che così facendo i tempi si allungano. Infatti, l’esperienza di queste ultime settimane, dimostra che non tutte le banche malgrado la garanzia del fondo MCC sono disposte a concedere credito, ed inoltre l’iter della concessione della garanzia, malgrado le dichiarazioni, continua ad essere lento.
Anche il provvedimento regionale “Misura Straordinaria per la Liquidità”, che prevede il contributo in conto interessi sui prestiti fino a 100.000,00 euro, ad oggi risulta fermo al palo. Al momento lo stesso sito IRFIS comunica che “La Convenzione tra l’IRFIS FinSicilia e l’Associazione Bancaria Italiana – ABI per rendere operativa la Misura Straordinaria di Liquidità è in corso di formalizzazione”.
Da notizie di corridoio pare che solo un istituto di credito regionale ha firmato la convezione.
Risultato nessuna liquidità nelle aziende, impegni commerciali con i fornitori che iniziano a non essere rispettati, affitti non pagati ecc.
Mi chiedo dunque, è forse possibile ipotizzare altri strumenti?
Caro Presidente Nello Musumeci, caro Vice Presidente Gaetano Armao e caro Assessore Mimmo Turano, se è vero che, come di recente pubblicato, la Regione Sicilia ha ancora fondi comunitari del PO FESR e FSE non impegnati per oltre 6 miliardi di euro, è possibile ipotizzare che una parte di queste somme possano essere destinate alle piccole imprese siciliane, che operano nel commercio, nell’artigianato, nei servizi turistici ecc, erogando in maniera automatica dei contributi in conto capitale (e quindi volti a sostenere patrimonialmente le società)?
Magari per le aziende con un fatturato fino a 300/400.000,00 euro, ed eventualmente anche con una soglia massima del contributo di 30/40.000 euro.
Basterebbe semplicemente presentare l’ultima dichiarazione iva ed evitare inutili istruttorie. Se poi vogliamo proprio essere pignoli potremmo chiedere alle imprese a posteriori di rendicontare le spese finalizzandole proprio al pagamento dei fornitori, degli affitti, delle utenze e scusate se posso anche dei consulenti che in questo momento sono al loro fianco come sempre.
Questo avrebbe un effetto positivo in tutte le filiere produttive, mettendo in moto un meccanismo virtuoso di sostegno del sistema economico regionale, e forse le banche affronterebbero con minore legittima diffidenza l’esame delle richieste di erogazione di nuova finanza, sapendo che le imprese possono contare anche su altre risorse e quindi essere nelle condizioni di meglio garantire la continuità aziendale anche dopo questa fase.